Quando parliamo di intolleranze alimentari non sappiamo come orientarci tra sintomi e diagnosi. Quel che sappiamo e che afferma l’Istituto Superiore di Sanità, è che le intolleranze alimentari sono delle reazioni avverse al cibo e possono manifestarsi sia con sintomi intestinali che con sintomi extra-intestinali. Secondo L’Ansa, in riferimento ai dati riportati il 30 luglio 2022, “nei Paesi industrializzati il 2% degli adulti soffre di allergie o intolleranze alimentari, percentuale che sale all’8% tra i bambini. In Italia sono interessati 1,5 milioni di adulti“.
Generalmente le intolleranze alimentari si possono presentare a qualunque età e può esserci una predisposizione genetica come nel caso della celiachia e dell’intolleranza al lattosio. Tra le diverse tipologie di intolleranze alimentari ce ne sono alcune più diffuse. Scopriamole insieme per capire cosa sono e come diagnosticarle.
Quali sono le intolleranze alimentari più diffuse?
Le intolleranze alimentari più diffuse possiamo ritrovarle in alcune categorie:
- l’intolleranza enzimatica data dalla mancanza o ridotta attività di enzimi che servono per digerire degli alimenti come il latte, il pane, e così via
- l’intolleranza farmacologica che si manifesta quando negli alimenti ci sono componenti farmacologicamente attivi. Per esempio le ammine vasoattive (tiramina, istamina e caffeina) che troviamo nel pesce, nel cioccolato e nei prodotti fermentati, e le sostanze aggiunte agli alimenti come gli additivi alimentari, i coloranti, gli esaltatori di sapore, i conservanti, gli aromi naturali e artificiali
- l’intolleranza alimentare con causa indefinita, che si genera sulla base psicologica e psicosomatica. Per esempio quando si mangia un alimento che non si apprezza particolarmente
- l’intolleranza alimentare secondaria si verifica in seguito a malattie infiammatorie dell’intestino (IBD), gastrite, reflusso gastroesofageo e calcoli della colecisti.
Delle categorie elencate fanno quindi parte le intolleranze alimentari più diffuse in Italia. In questo articolo ci soffermiamo su 3 intolleranze alimentari: l’intolleranza o sensibilità al glutine, l’intolleranza al lattosio e l’intolleranza al nichel.
Celiachia: cause e sintomi
Il Ministero della Salute definisce la celiachia con queste parole “un’enteropatia infiammatoria, con tratti di auto-immunità, scatenata dall’ingestione di glutine in soggetti geneticamente predisposti”. In pratica le cellule del sistema immunitario danneggiano le strutture responsabili dell’assorbimento di nutrienti e minerali. Tra i dati riportati dal Ministero della Salute sappiamo che la celiachia colpisce circa l’1% della popolazione, 233.147 persone in Italia, 34% di sesso maschile e 154.899 di sesso femminile. Tra i sintomi extra-intestinali vengono elencati
- manifestazioni osteoarticolari cioè infiammazione, dolore e gonfiore, sensazione di calore e arrossamento e rigidità articolare
- manifestazioni che interessano la cavità orale nel suo insieme (mucosa orale, lingua, saliva e denti, definitivi e decidui).
Intolleranza al lattosio: cause e sintomi
Riguardo l’intolleranza al lattosio, sempre citando il Ministero della Salute, sappiamo che “è causata dall’assenza o dalla scarsa presenza della lattasi che è l’enzima che scinde il lattosio in glucosio e galattosio”. Secondo il nutrizionista Sacha Sorrentino “Circa il 50% della popolazione italiana soffre di questa intolleranza nelle regioni del nord, fino ad arrivare a picchi del 70% per quanto riguarda la Sicilia”. Inoltre è una problematica molto comune nell’età adulta. Questi sono alcuni effetti dell’assunzione di lattosio per chi ne è intollerante:
- meteorismo
- dolori addominali
- diarrea
Allergia al nichel: cause e sintomi
L’Ansa riporta le stime, con dati del mese di agosto 2022, che dimostrano che in Europa il 20% circa della popolazione è allergica al Nichel, mentre in Italia si arriva al 32,1%, con prevalenza femminile. Sappiamo che il Nichel è presente nella maggior parte dei componenti di una dieta normale: nei prodotti ortofrutticoli per esempio, e in alta quantità nella carne, nel latte, nelle uova e altri alimenti di origine animale.
- dermatite (eczema) nel punto di contatto sotto forma di puntini o vescicole,
- prurito, talvolta molto severo
- rossore, bruciore o dolore, gonfiore
Come si diagnosticano le intolleranze alimentari?
Le intolleranze alimentari vengono diagnosticate tramite delle analisi specifiche. Qui di seguito alcune modalità consigliate dagli esperti della salute per effettuare una diagnosi accurata delle intolleranze alimentari:
- il prick test cioè un test di reazione cutanea utile per scoprire qualsiasi tipo di allergia.
- il prick by prick che è specifico per le intolleranze alimentari e funziona propria con l’ingerimento dell’alimento fresco
- il RAST test, o dosaggio delle IgE specifiche, è un esame del sangue utile a diagnosticare diverse intolleranze alimentari e non (l’allergia al polline, agli acari, etc)
- il breath test, consigliato per diagnosticare l’intolleranza al lattosio, è pratico e non invasivo e si basa sull’analisi dell’aria espirata dopo aver assunto alimenti contenenti lattosio
- il Check Up gastroenterologico full, pensato e studiato da Vivanalisi, laboratorio d’analisi a domicilio, per identificare le possibili alterazioni aspecifiche dell’apparato gastrointestinale e individuare i fattori di rischio. Per sottoporsi ad un check up con Vivanalisi non serve altro che compilare il modulo in homepage per essere ricontattati nel più breve tempo possibile e poter effettuare le analisi comodamente a casa propria.