La sifilide è una malattia infettiva a prevalente trasmissione sessuale, (IST), la terza più diffusa a livello mondiale dopo clamidia e gonorrea, e può essere diagnosticata mediante un test di laboratorio.
Test della sifilide: dove farlo
Il test della sifilide è un test che può essere effettuato presso gli ospedali o nei laboratori dei centri diagnostici, sia pubblici che privati, che abbiano una regolare autorizzazione per farli.
Il test per la sifilide prevede un prelievo di sangue venoso dal braccio(test treponemici e non treponemici)o il controllo visivo diretto, utilizzando la microscopia a campo oscuro.

Come si trasmette la sifilide
La sifilide è una delle malattie sessualmente trasmissibili maggiormente diffuse ed è causata dall’infezione da Treponema pallidum. Come già osservato, si trasmette prevalentemente attraverso i rapporti sessuali non protetti, ma il contagio può avvenire anche tramite il sangue, ed una madre incinta può trasmetterla al nascituro durante la gravidanza, il parto o l’allattamento.
A seconda delle casistiche, la sifilide viene definita acquisita (quando l’infezione viene contratta dopo la nascita), congenita/prenatale (l’infezione viene contratta attraverso la placenta, la cosiddetta trasmissione transplacentare) e connatale (l’infezione si verifica attraverso il canale del parto).
Quali sono i sintomi della sifilide
I sintomi della sifilide possono variare a seconda delle varie fasi della malattia:
- Primaria – Solitamente acquisita attraverso un rapporto sessuale con persona infetta. I sintomi possono comparire in un periodo compreso tra 3 e 90 giorni (la media è di circa 2/3 settimana) e si presentano sotto forma di lesioni cutanee, dette sifilomi, nelle zone di contatto (pene, vagina, bocca, ano). Queste ulcere possono anche risultare indolori e risolversi spontaneamente nel giro di qualche settimana, nonostante la malattia continui il proprio corso.
- Secondaria – Se non viene trattata, la sifilide entra nella fase secondaria. Si manifesta tra 4/9 settimana dopo il primo stadio, ed i sintomi possono coinvolgere pelle, mucose e linfonodi. Esistono diverse possibilità di manifestazione, tra cui la formazione di eruzioni cutanee tra il rosso ed il rosa (le zone interessante sono il trono e gli arti), lesioni all’interno delle mucose, linfonodi duri e dolenti, oltre all’insorgenza sistemica di febbre, mal di testa, perdita di capelli, astenia, problemi gastrointestinali e dolori ossei. Anche in questo caso, i sintomi possono scomparire in modo autonomo, ma senza trattamento la malattia progredirà verso lo stadio latente.
- Latente – Il terzo stadio della malattia viene così definito in presenza di una prova sierologica che ne attesti la presenza, e la sintomatologia risulta assente. Se tratta nel modo adeguato, scompare e le persone guariscono.
- Terziaria – Anche detto stadio tardivo, può comparire a distanza di anni dal contagio ed assumere forme diverse: sifilide gommosa (formazione di granulomi gommosi che colpiscono solitamente cute, fegato ed ossa), neurosifilide tardiva (coinvolge il sistema nervoso centrale, può comportare la formazione di paresi, perdita di equilibrio e sintomi psicotici) e sifilide cardiovascolare (colpisce il sistema cardiovascolare e può provocare aneurismi).
- Congenita – Si può contrarre durante la gravidanza o durante il parto. I sintomi più comuni prevedono epatosplenomegalia (ingrossamento di fegato e milza), rash (cambiamento di colore, consistenza ed aspetto della cute), febbre, neurosifilide e polmonite.

Come prevenire la sifilide
La prevenzione della sifilide si basa principalmente sull’utilizzo di contraccettivi come il preservativo in tutti i rapporti sessuali occasionali, con un nuovo partner e con ogni partner di cui non si conosce lo stato di salute.
Nel caso in cui una persona sia infetta e stia svolgendo l’adeguata terapia, dovrebbe evitare qualsiasi tipo di rapporto sessuale, al fine di preservare gli altri.
Le donne incinte dovrebbero effettuare lo screening sierologico per sifilide, sia ad inizio che a fine gravidanza.