Febbraio 2025 - Vivanalisi
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Mese: Febbraio 2025

Perché Non Riesco a Rimanere Incinta?

Il desiderio di avere un bambino rappresenta una delle esperienze più comuni e significative nella vita di molte persone. Tuttavia, alcune donne possono trovarsi ad affrontare diverse sfide nel concepire. Secondo i criteri definiti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), si parla di infertilità quando una coppia non riesce a concepire dopo un periodo prolungato di rapporti sessuali non protetti, solitamente compreso tra 12 e 24 mesi. Nel caso in cui la donna abbia un’età superiore ai 35 anni, questo periodo di valutazione può essere abbreviato a 6-12 mesi.

Esistono diverse cause che possono contribuire alla difficoltà di concepimento e queste possono dipendere da molteplici fattori. Esamineremo attentamente le principali al fine di affrontare il problema in modo mirato e personalizzato.

Condizioni anatomiche e fisiologiche

La fertilità femminile è un processo straordinariamente complesso che richiede un delicato equilibrio tra numerosi fattori interconnessi. Per concepire con successo, è fondamentale che una donna possieda un sistema riproduttivo sano, caratterizzato da un’ovulazione regolare, una corretta produzione di ormoni riproduttivi e un ambiente uterino ottimale per la sopravvivenza e la fecondazione degli spermatozoi. Qualunque alterazione, anche minima, in uno di questi aspetti può influire negativamente sulla capacità di rimanere incinta.

L’ovulazione regolare è essenziale, poiché rappresenta il momento in cui l’ovaio rilascia un ovocita maturo pronto per essere fecondato dagli spermatozoi. Qualsiasi irregolarità nel ciclo mestruale o nella produzione ormonale può compromettere la frequenza e la qualità dell’ovulazione, riducendo le possibilità di concepimento.

Endometriosi:

L’ambiente uterino deve essere adeguatamente nutrito e protetto, con un endometrio favorevole all’impianto dell’embrione. Condizioni come l’endometriosi, le aderenze pelviche o altre anomalie anatomiche possono ostacolare l’adesione dell’embrione o compromettere il suo corretto sviluppo, rendendo più difficile la gravidanza. L’endometriosi si caratterizza per la presenza di tessuto simile all’endometrio, che normalmente riveste l’interno dell’utero, al di fuori della sua sede abituale. Questo tessuto può svilupparsi anche in altre sedi come le tube di Falloppio o le ovaie. Durante il ciclo mestruale, il tessuto endometriosico subisce le stesse modifiche ormonali dell’endometrio uterino, che si ispessisce, sanguina e si disgrega. Tuttavia, a differenza dell’endometrio che viene eliminato attraverso le mestruazioni, il tessuto endometriosico non può essere espulso dal corpo. Questo può causare infiammazione, dolore pelvico cronico, formazione di aderenze e cicatrici, nonché altri sintomi quali dolore durante i rapporti sessuali, mestruazioni dolorose e problemi di fertilità.

Ovaio Policistico:

Una corretta produzione di ormoni riproduttivi rappresenta un fattore cruciale per il mantenimento della fertilità femminile. Le disfunzioni ormonali possono manifestarsi in diverse forme, come ad esempio la sindrome dell’ovaio policistico o un’insufficiente produzione di ormoni sessuali. Queste condizioni possono provocare significative interferenze sulla regolarità del ciclo mestruale e sull’ovulazione stessa, compromettendo così la capacità di concepimento della donna.

La sindrome dell’ovaio policistico è una patologia endocrina che si caratterizza per la formazione di piccoli cisti sulle ovaie, accompagnata da squilibri ormonali. Questo disturbo può causare irregolarità nel ciclo mestruale, con periodi prolungati o assenti, e influire negativamente sull’ovulazione. Di conseguenza, la possibilità di concepimento può risultare notevolmente ridotta.

Problemi di produzione ormonale:

Allo stesso modo, un’insufficiente produzione di ormoni sessuali, come gli estrogeni o progesterone, può influire negativamente sulla fertilità. Questa condizione può essere causata da diversi fattori, tra cui problemi all’ipofisi o all’ipotalamo, che sono responsabili della regolazione degli ormoni riproduttivi. Quando la produzione di questi ormoni risulta compromessa, possono verificarsi irregolarità nel ciclo mestruale e l’ovulazione può essere colpita, rendendo più difficile il concepimento.

Malattie sessualmente trasmesse:

In alcuni casi, possono influire significativamente sulla fertilità e causare difficoltà nel concepimento. Esistono diverse patologie che possono compromettere il sistema riproduttivo rendendo più complesso il processo di concepimento. Le malattie sessualmente trasmissibili come la clamidia, la gonorrea o l’infezione da HPV (papillomavirus umano) possono danneggiare le tube di Falloppio, l’utero o l’endometrio. Questi danni possono ostacolare il passaggio degli spermatozoi, l’incontro con l’ovulo o l’impianto dell’embrione nell’utero, riducendo così le possibilità di concepimento. Inoltre, alcune infezioni possono causare infiammazioni persistenti che danneggiano le strutture riproduttive, compromettendo la produzione di ormoni e la regolarità del ciclo mestruale.

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Età

L’età rappresenta un fattore di estrema importanza nella fertilità femminile e deve essere considerato attentamente quando si pianifica una gravidanza. Le donne nascono con una riserva limitata di ovociti, le cellule uovo immaturi presenti nell’ovaio, e questa riserva diminuisce progressivamente nel corso degli anni.

Dopo i 35 anni, la diminuzione quantitativa e qualitativa degli ovociti diventa più evidente e rapida. Ciò comporta un aumento del rischio di anomalie cromosomiche negli ovociti e una maggiore difficoltà nel concepire. Le probabilità di successo nel concepimento naturale diminuiscono significativamente con l’avanzare dell’età. Questo non significa che le donne non possano rimanere incinte dopo i 35 anni o oltre, ma è essenziale essere consapevoli dei cambiamenti che avvengono nel sistema riproduttivo femminile e delle sfide potenziali che possono sorgere.

È inoltre importante sottolineare che anche l’età del partner maschile può influire sulla fertilità complessiva della coppia. Gli uomini producono continuamente spermatozoi, ma la qualità e la motilità degli stessi possono diminuire con l’età, aumentando il rischio di difficoltà nel concepire e di anomalie genetiche negli embrioni. La consulenza medica specializzata e la consapevolezza dell’età possono aiutare le donne a prendere decisioni informate sul momento migliore per cercare una gravidanza e adottare eventualmente misure per preservare la propria fertilità.

Stile di vita

Lo stile di vita e i fattori ambientali possono avere un impatto significativo sulla fertilità. Fattori come il fumo, l’alcol, l’obesità, il consumo eccessivo di caffeina, e l’esposizione a sostanze tossiche possono compromettere la fertilità femminile. Adottare uno stile di vita sano, che includa una dieta equilibrata e l’esercizio fisico regolare può migliorare le probabilità di concepire.

Ansia e stress

L’esperienza dell’infertilità può avere un impatto significativo sul benessere emotivo e psicologico di una donna causandole ansia e stress. Questi possono giocare un ruolo significativo nella difficoltà a rimanere incinta. Quando una donna si trova sotto pressione costante o vive situazioni di stress intenso, il suo corpo può reagire producendo un’elevata quantità di cortisolo, l’ormone dello stress.

Questo squilibrio ormonale può influire negativamente sul sistema riproduttivo, interferendo con l’ovulazione regolare e riducendo le possibilità di concepimento. L’ansia legata alla concezione può creare un circolo vizioso, in cui la preoccupazione di non rimanere incinta aumenta lo stress, che a sua volta può ostacolare ulteriormente la fertilità. L’ansia può anche influire sulle relazioni intime e sulla comunicazione con il partner, aumentando la tensione emotiva e diminuendo il desiderio sessuale.

L’ansia e lo stress cronico possono influenzare il ciclo mestruale, causando irregolarità o addirittura l’assenza del ciclo. Questo può rendere difficile individuare i giorni fertili e pianificare adeguatamente i rapporti sessuali durante il periodo fertile.

È fondamentale trovare modi per gestire queste situazioni, che possono includere tecniche di rilassamento, come la meditazione o lo yoga. Il supporto emotivo da parte del partner, della famiglia o di un professionista può essere di grande aiuto nel ridurre l’ansia e promuovere un ambiente più favorevole alla concezione.

In alcuni casi, potrebbe essere consigliabile consultare uno psicologo specializzato in fertilità che può aiutare a esplorare le emozioni associate all’infertilità, a gestire lo stress e a sviluppare strategie di coping più efficaci. La terapia può anche offrire un’opportunità per esplorare eventuali paure o preoccupazioni legate alla maternità e al ruolo genitoriale, consentendo alla donna di affrontare in modo più costruttivo i sentimenti di ansia e di trovare equilibrio nella propria vita.

Consultazione medica e trattamenti

Se una donna ha difficoltà a rimanere incinta, è importante consultare un medico specializzato in fertilità il quale potrà consigliare diverse opzioni di trattamento mirate a migliorare le probabilità di concepimento.

Uno dei trattamenti più comuni è l’assunzione di farmaci per stimolare l’ovulazione. Questi farmaci lavorano per regolare gli ormoni riproduttivi e aumentare le possibilità di ovulazione regolare, migliorando così le possibilità di concepimento.

In alcuni casi, potrebbe essere necessario intervenire chirurgicamente per correggere eventuali anomalie anatomiche che ostacolano la gravidanza. Ad esempio, se sono presenti aderenze pelviche, fibromi uterini o altre condizioni che possono interferire con la normale funzione riproduttiva, la chirurgia può essere raccomandata per rimuovere o correggere tali problematiche.

Nei casi più complessi, in cui le altre opzioni non sono sufficienti o non risultano efficaci, può essere presa in considerazione la fecondazione in vitro (FIV) o altre tecniche di riproduzione assistita. La FIV è un processo in cui gli ovociti vengono raccolti dalla donna, fecondati in laboratorio con gli spermatozoi del partner e gli embrioni risultanti vengono quindi impiantati nell’utero. Questa tecnica offre una soluzione promettente per molte coppie che affrontano problemi di fertilità.

È importante sottolineare che ogni opzione di trattamento deve essere valutata caso per caso, in base alle specifiche condizioni individuali. Un medico specializzato in fertilità sarà in grado di fornire una consulenza approfondita, guidando la coppia nel processo decisionale e offrendo il supporto necessario durante tutto il percorso.

Conclusione

La difficoltà nel rimanere incinta può essere un’esperienza frustrante, ma è importante ricordare che ci sono molte opzioni e soluzioni disponibili. Comprendere le ragioni scientifiche dietro l’infertilità femminile può aiutare le donne a prendere decisioni informate e adottare misure appropriate per migliorare le probabilità di concepire. Una consulenza medica tempestiva e l’adattamento di uno stile di vita sano possono contribuire a superare le sfide dell’infertilità. In alcuni casi, la tecnologia medica avanzata può offrire opzioni di trattamento efficaci.

Dalle analisi del sangue si vedono malattie sessuali

Le malattie sessuali sono infezioni che si diffondono principalmente attraverso l’attività sessuale, che comprende il sesso vaginale, il sesso orale, ma anche il sesso anale. Alcune infezioni possono essere trasmesse anche attraverso uno stretto contatto personale, come un bacio, attraverso lo scambio di siringhe infette, trasfusioni o anche da una donna incinta direttamente al feto. Se hai sospetti di una malattia trasmessa sessualmente, puoi eseguire le analisi presso Vivanalisi (nel nostro Laboratorio, oppure a domicilio), dato che dalle analisi del sangue si vedono le malattie sessuali.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità riporta che al giorno in tutto il mondo più di 1 milione di persone contraggono malattie sessualmente trasmissibili: ciò dimostra che questi tipi di infezioni sono molto più comuni di quanto pensiamo, ma in alcuni casi i sintomi sono aspecifici o addirittura non sono presenti; pertanto, diverse malattie spesso non vengono diagnosticate.

La mancanza di test tempestivi è anche dovuta allo stigma intorno alle malattie sessualmente trasmissibili, che può scoraggiare alcune persone dal sottoporsi alle analisi.

Se non trattate, le malattie sessuali però possono causare gravi problemi di salute, anche a lungo termine, come la cecità, danni cerebrali, infertilità e in alcuni casi portano persino alla morte. Fortunatamente, tutte le malattie sessualmente trasmissibili possono essere curate, e alcune possono essere curate anche completamente.

Tuttavia, per la diagnosi è necessario sottoporsi a delle analisi specifiche che includono: le analisi del sangue, analisi delle urine, tamponi genitali, tamponi uretrali etc., e in seguito è necessario seguire un trattamento farmacologico per guarire dalla malattia e per evitare gravi complicazioni.

Dalle analisi del sangue e altri test è possibile quindi vedere con certezza se avete contratto una malattia sessualmente trasmissibile.

In questo articolo esamineremo chi deve sottoporsi al test, dove è possibile sottoporsi al test e altre domande frequenti.

Dalle analisi del sangue si vedono le malattie sessuali

Chi deve fare le analisi del sangue per vedere se ha contratto qualche malattia sessuale

Come abbiamo accennato prima, non sempre le malattie sessualmente trasmissibili presentano dei sintomi netti, in alcuni casi i sintomi sono completamente aspecifici, in altri sono completamente assenti, ma è necessario sottoporsi alle analisi del sangue anche e soprattutto per prevenire le malattie sessuali.

Vediamo nello specifico quando dovreste mettere in agenda questo tipo di test.

1) Se siete donne sessualmente attive di età inferiore ai 25 anni. Gli esperti raccomandano alle donne di questa fascia di età di sottoporsi ogni anno a un test per la Clamidia e un test per la Gonorrea. Le donne sessualmente attive di età pari o superiore a 25 anni dovrebbero essere sottoposte a test se hanno nuovi o più partner sessuali o se hanno un partner a cui è stata diagnosticata una malattia sessualmente trasmissibile.

2) Se siete donne dai 21 anni in su. Le donne in questa fascia di età dovrebbero sottoporsi a un Pap test per verificare la presenza di anomalie nella cervice. Questi includono cambiamenti precancerosi che possono essere causati da HPV (papillomavirus umano).

3) Donne incinte. Le donne incinte sono solitamente testate per l’HIV, l’Epatite B, la Clamidia e la Sifilide. Le donne incinte con determinati fattori di rischio possono anche essere testate per la Gonorrea e l’Epatite C.

4) Uomini e donne sessualmente attivi che hanno rapporti sessuali non protetti e non hanno relazioni monogame.

5) Le persone che fanno sesso senza preservativo dovrebbero sottoporsi regolarmente a test per l’HIV e altre malattie sessualmente trasmissibili.

6) Uomini che fanno sesso con uomini. Rispetto ad altri gruppi, gli uomini che hanno rapporti sessuali con uomini hanno un rischio maggiore di malattie sessualmente trasmissibili. Gli uomini dovrebbero essere testati almeno una volta all’anno per la Sifilide, la Clamidia, la Gonorrea e l’HIV.

7) Le persone con HIV. Se avete contratto l’HIV è possibile essere a maggior rischio di contrarre un’altra malattia sessualmente trasmissibile. Le persone in questo gruppo dovrebbero essere testate per la Sifilide, la Gonorrea e l’herpes. Di solito si consiglia anche un test per la Clamidia.

8) Chi fa uso di droghe iniettabili. Condividere gli aghi vi mette a rischio di contrarre l’HIV. Per questo gruppo si raccomanda un test HIV regolare.

Dalle analisi del sangue si vedono le malattie sessuali

Come si fa a capire se si hanno malattie sessuali?

Ci sono più di 20 malattie sessualmente trasmissibili, e i sintomi variano a seconda del tipo di malattia, ad esempio in caso di Gonorrea potreste notare delle perdite, la Clamidia invece è un’infezione silenziosa, talvolta può dare sintomi di bruciore durante la minzione.

Accorgersi della Sifilide può essere più difficile, possono presentarsi delle piccole vesciche, che spariranno da sole, ma può essere trasmessa ai partner sessuali fino a 18 mesi dopo dal primo sintomo. Il Trichomonas invece può o meno causare bruciore durante la minzione, mentre il Papillomavirus (HPV) può portare delle piccole verruche genitali.

Sia per l’Epatite B, l’Epatite C, che per l’HIV invece i sintomi potrebbero essere aspecifici.

Vi consigliamo comunque di recarvi dal vostro medico di base e di richiedere degli esami per le malattie sessuali trasmissibili in presenza di uno o più di questi sintomi:

  • Minzione dolorosa
  • Dolore durante il sesso
  • Odore insolito nelle perdite vaginali
  • Prurito vaginale
  • Secrezione e/o prurito dal pene
  • Piaghe o protuberanze nell’area genitale o rettale

A seconda del tipo di sospetta infezione, è possibile eseguire alcuni test.

Da quali test si vedono le malattie sessuali?

I test che potrete effettuare in laboratorio sono generalmente legati a queste malattie:

  • Clamidia
  • Gonorrea
  • HIV
  • Epatite B
  • Sifilide
  • Tricomoniasi
  • Herpes

Alcuni dei tipi più comuni di test di laboratorio includono:

  • Le analisi del sangue: sonoutilizzate per diagnosticare l’Epatite, la Sifilide, l’HIV e talvolta l’Herpes.

Durante il test, un operatore sanitario preleverà un campione di sangue da una vena del braccio, utilizzando un piccolo ago. Dopo aver inserito l’ago, una piccola quantità di sangue verrà raccolta in una provetta o in una fiala.

  • Esami delle urine: gli esami delle urine vengono utilizzati per diagnosticare la Tricomoniasi e talvolta la Gonorrea.
  • Tampone vaginale o uretrale: il tampone vaginale (per le donne) o uretrale (per gli uomini) viene utilizzato per diagnosticare l’HPV, la Clamidia, la Gonorrea e l’Herpes.
  • Esame visivo: nei pazienti con sintomi importanti, una serie di esami fisici può supportare la diagnosi (questo è possibile nei pazienti che presentano vesciche o verruche genitali)

Dove eseguire le analisi per le malattie sessualmente trasmissibili

I test per le malattie sessualmente trasmissibili possono essere eseguiti presso ospedali pubblici e nei laboratori dei centri diagnostici che abbiano l’autorizzazione ad eseguirli.

Alcuni esami per le malattie sessualmente trasmissibili prevedono un ticket da pagare, altri sono gratuiti (dipende dalle ASL di zona, ognuna ha regole diverse in merito).

Il test per l’HIV, per legge, è invece sempre gratuito su tutto il territorio nazionale e può essere eseguito in totale anonimato.

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