Il LONG COVID è una condizione di persistenza o insorgenza di segni e sintomi generali e/o a carico di specifici organi ed apparati che si manifesta dopo un’infezione acuta da SARS-CoV-2 e che non sia riferibile ad altre condizioni morbose concomitanti.

In altre parole, dopo aver avuto un’infezione da COVID, alcune persone considerate guarite poiché risultate negative al tampone, hanno iniziato o continuato a manifestare uno o più sintomi che non siano dovuti ad altre patologie, e pertanto si possono considerare conseguenti alla pregressa infezione da coronavirus.

I soggetti affetti da LONG-CoVID NON sono CONTAGIOSI.

Quali sono i sintomi del LONG COVID?

Le manifestazioni cliniche del LONG-COVID sono molto numerose ed eterogenee. Vengono divise in 2 gruppi principali: SINTOMI GENERALI e SINTOMI SPECIFICI.

I sintomi generali sono rappresentati da:

  1. Astenia, affaticamento e stanchezza persistente e non motivata da altre cause;
  2. Affaticamento eccessivo rispetto alla causa che lo ha prodotto
  3. Osteo-mio-artralgie ovvero dolore ad ossa, muscoli e articolazioni

I sintomi specifici riguardano invece organi ed apparati, pertanto sono suddivisi in vari gruppi:

  • sintomi respiratori: dispnea o difficolta’ a respirare a riposo o durante sforzi minimi, difficoltà ad eseguire respiri profondi, tosse secca, mal di gola;
  • sintomi cardio-vascolari: senso di peso od oppressione toracica, dolore toracico, palpitazioni, tachicardia (aumento della frequenza cardiaca) dopo sforzi di lieve entità, aumento della pressione arteriosa, trombo-embolie venose;
  • sintomi a carico degli organi di senso: perdita o alterazione di olfatto  e gusto, acufeni (sensazione di ronzio o fischio);
  • sintomi gastro-intestinali: inappetenza, nausea, vomito, difficolta’ digestive, difficolta’ a deglutire, reflusso gastro-esofageo, eruttazioni, gonfiore addominale, diarrea, sindrome del colon irritabile;
  • sintomi dermatologici: il più comune è un eritema (arrossamento) cutaneo molto simile al ‘gelone’, talvolta di colore violaceo, seguito da gonfiore, bolle e desquamazione a carico di mani e piedi, rush cutanei (irritazioni pruriginose) e manifestazioni orticarioidi, secchezza cutanea associata a macchie rosee e pruriginose simili all’eczema a livello del collo e del torace, riacutizzazione di patologie dermatologiche immuno-mediate pre-esistenti come la psoriasi;
  • sintomi endocrinologici: tiroiditi e cheto-acidosi diabetica (complicanza del diabete mellito) in soggetti senza una diagnosi precedente di diabete;
  • sintomi neurologici: cefalea, neuropatie periferiche del sistema nervoso autonomo ovvero patologie a carico di nervi periferici che controllano funzioni corporee involontarie, deterioramento cognitivo anche noto come neuro-covid, presente nel 37% dei pazienti che hanno contratto il covid, che lo descrive come uno stato di ‘nebbia mentale’, e si manifesta con  difficoltà di concentrazione e di attenzione, deficit di memoria sia a breve che a lungo termine, e soprattutto nell’anziano o in soggetti già affetti da deficit cognitivi, anche deficit delle funzioni esecutive;
  • sintomi della sfera psichica e socio-comportamentale: insonnia o disturbi del sonno, sonnolenza diurna, malessere generale, irritabilita’, ansia, depressione del tono dell’umore fino a delirio e disturbo da stress post-traumatico.

Chi sono i soggetti più colpiti dal LONG COVID?

Tutti coloro che hanno contratto un’infezione da sars-cov-2 possono sviluppare LONG COVID, anche i bambini ed i soggetti in cui l’infezione acuta è stata del tutto asintomatica. tuttavia le categorie di soggetti più colpiti sono rappresentate da:

  • anziani
  • donne
  • soggetti obesi
  • soggetti che hanno avuto forme acute di sars-cov-2, che hanno richiesto ospedalizzazione o ricovero in terapia intensiva, soprattutto se presentavano patologie croniche pre-esistenti.

Quali sono le terapie del LONG COVID

Le terapie utilizzate sono multidisciplinari, e variano a seconda della sintomatologia e delle condizioni generali del paziente. Per tutti sono comunque necessari il riposo ed una dieta sana e bilanciata. Inoltre è molto importante:

  • un adeguato apporto di liquidi, sali minerali e vitamine;
  • regolare svolgimento di attività fisica aerobica di lieve/moderata intensità;
  • un adeguato supporto psicologico.

Molti sono gli studi fatti e quelli in corso che propongono nuove strategie terapeutiche. Una di queste è rappresentata dalla CRIOTERAPIA, già utilizzata in ambito sportivo per favorire il recupero muscolare dopo affaticamento. Questa metodica si basa su uno stress termico controllato e ripetuto. Esso ha importanti effetti antinfiammatori, analgesici e defatificanti, migliora il tono timico e la qualità del sonno.

Anche l’OZONOTERAPIA, già utilizzata in molti ambiti riabilitativi per le sue proprietà antinfiammatorie, è oggetto di studi e sperimentazioni nel trattamento del LONG-CoViD. L’ozono o ossigeno triatomico favorisce la rigenerazione cellulare e la riparazione dei tessuti di cui migliora l’ossigenazione.

Entrambe sono strategie riabilitative non farmacologiche innovative e promettenti, che possono essere associate in un percorso riabilitativo multidisciplinare.

In conclusione il LONG-COVID si verifica solo al termine di un’infezione acuta da SARS-CoV-2, quindi quando si risulta NEGATIVI a qualunque tipo di tampone per COVID: (tampone molecolare, tampone antigenico rapido con metodo cromatografico, tampone antigenico rapido ad immuno-fluorescenza, detto anche coi).

Vivanalisi ha ideato il check-up per chi ha contratto il COVID 19 e vuole monitorare il suo stato di salute e possibili conseguenze della patologia. E’ un check up ideato dal nostro laboratorio per individuare come ha risposto il tuo sistema immunitario al coronavirus ed avere anche un quadro generale del suo stato di salute.